sabato 21 febbraio 2009

Pari scialbo e tra i fischi contro il Torino

Lazio-Torino, gara triste nel gelo dell’Olimpico. Il pareggio finale non è utile a nessuna delle due squadre e solo per la Lazio è la magra consolazione che serve a interrompere la striscia negativa di quattro sconfitte di seguito. Al gol di Abate nella prima frazione della gara risponde Siviglia di testa nella ripresa.
Delio Rossi, privo degli squalificati De Silvestri e Zárate e degli infortunati Diakité, Ledesma, Del Nero e Meghni, conferma Muslera tra i pali, con Liechtsteiner, Siviglia, Cribari e Kolarov in difesa; Brocchi, Dabo e Matuzalem a centrocampo; Foggia, Rocchi e Pandev tridente offensivo. Novellino deve rinunciare a Rivalta, Ogbonna e Abbruscato e schiera un 4-4-1-1 con Colombo, Dellafiore, Natali e Pisano in difesa; Zanetti, Corini e Abate a centrocampo; Dzemaili e Rosina a sostegno di Ventola.
La Lazio sembra iniziare con determinazione e già al 2’ una buona punizione di Kolarov lambisce il palo. Il serbo ci riprova senza fortuna dalla distanza all’11’. La Lazio esercita la giusta supremazia territoriale ma non riesce a rendersi mai veramente pericolosa e il Torino comunque regge il campo. Al 17’ Pandev di sinistro dal limite dell’area manda di poco sul fondo. I granata con il passare dei minuti riescono ad avanzare il proprio baricentro: al 27’ Dzemaili, servito centralmente da Abate, si fa respingere un tipo potente da fuori area. Il risultato si sblocca a sorpresa al 37’: Abate approfitta di un orribile disimpegno di Dabo (che diventa un assist per l’avversario) e trafigge Muslera con un potente destro dal limite. La partita si innervosisce e proprio allo scadere del primo tempo la Lazio va vicinissima al pareggio con una battuta piuttosto ravvicinata di Siviglia respinta con bravura da Sereni.
Nella ripresa Rossi si avvede degli errori commessi nello schieramento del centrocampo: perché proporre Dabo come sostituto di Ledesma e schierare Matuzalem (in netta ripresa) interno sinistro? Misteri della tattica. Mauri rileva l’inguardabile Dabo, Matuzalem va a fare il centrale, la Lazio sembra ora meglio raccordata tra i reparti. Ma l’assenza di Zárate si nota eccome: la Lazio è spenta senza i suoi guizzi, altro che giocatore egoista e dribblomane! Zárate avrà pure tutto il tempo per colmare qualche difetto caratteriale di gioventù, meno convincente invece chi lo critica e per la Lazio continua a non fare nulla... Matuzalem è l’unico ispirato, ma predica nel deserto perché i compagni poco o nulla si muovono senza palla. Al 14’ un lampo: Mauri si ritrova la palla tra i piedi in area granata, calcia un po’ sbilenco, il pallone rimbalza dalle parti di Siviglia che non riesce a trovare la porta.
Per divertirsi il pubblico (e anche un paio di giocatori in campo, tra cui il granata Colombo) ha dovuto aspettare il 18′, quando l’arbitro Saccani è finito KO, centrato in pieno volto da un violento sinistro di Kolarov. Saccani rimane a terra in stato confusionale e gli vengono subito prestati i soccorsi. Ma si rialza dopo circa due minuti e riprende ad arbitrare. Male e con qualche ammonizione di troppo. Inoltre concede solo 3 minuti di recupero nonostante il suo incidente ne abbia portati via almeno 2 e siano state effettuate tutte le sostituzioni dalle due squadre. Al 21’ il Toro risponde con Ventola che cerca di sfruttare un bel cross dalle retrovie: ci pensa Kolarov ad anticiparlo con potenza e puntualità. La Lazio non decolla, è spenta e senza costrutto, irriconoscibile rispetto alla prova eroica sostenuta a Firenze in dieci contro 11 la settimana prima. Al 30’ arriva però il pareggio: cross di Rocchi in area, rovesciata di Mauri che finisce sulla testa di Siviglia che la spedisce in rete. Un buon gol rovinato da un’esultanza irriverente nei confronti della Curva Nord (che ha salutato la squadra nell’intervallo con fischi interminabili): purtroppo non c’è tranquillità in casa Lazio e alle esagerazioni dei tifosi che fischiano spesso preventivamente i calciatori biancocelesti Siviglia questa volta risponde con le mani alle orecchie. A poco gli servirà profondere scuse a fine partita tramite TV e un incontro personale con alcuni tifosi: c’è ormai chi vuole la sua testa. Contestazione annunciata dalle frange estreme del tifo biancoceleste che non vuole più vederlo in campo con la maglia della Lazio. Quello del rapporto tra la tifoseria e la squadra laziale è un altro enigma. Si va dal sostegno calorosissimo e orgoglioso a gesti di intolleranza fuori misura nei confronti di alcuni giocatori, a volte ritenuti eccessivamente colpevoli. E poi non è giusto rifiutare il perdono a chi chiede scusa, soprattutto se lo fa con il cuore. Ma tutto questo è parte del clima della Capitale... L’ultima opportunità è per Rocchi che all’89’ si fa anticipare in uscita da Sereni. Il match si chiude sull’1-1 senza più emozioni. Incolore la prova del centravanti veneziano e della maggior parte dei suoi compagni, con l’esclusione di Matuzalem, Kolarov e Foggia, sebbene il napoletano sia risultato poco incisivo. Un pari grigio e scialbo, come se le due squadre nulla debbano più chiedere a questo campionato. E non c’è niente di più squallido della mancanza di obiettivi...
Alessandro Staiti

IL TABELLINO
LAZIO-TORINO 1-1 (p.t.0-1)
LAZIO: Muslera; Lichtsteiner, Siviglia, Cribari, Kolarov; Brocchi, Dabo (dal 1' s.t. Mauri), Matuzalem; Pandev (dal 36' s.t. Inzaghi), Foggia, Rocchi. (Carrizo, Rozenhal, Radu, Manfredini, Mancini). All. Rossi
TORINO: Sereni; Colombo, Dellafiore, Natali, Pisano; Abate (dal 37' s.t. Diana), Corini (dal 36' s.t. Barone), Zanetti; Rosina, Dzemaili; Ventola (dal 44' s.t. Stellone). (Calderoni, Di Loreto, Diana, Gasbarroni, Bianchi). All. Novellino.
ARBITRO: Saccani di Mantova.
MARCATORI: Abate (T) al 36' p.t.; Siviglia (L) al 30' s.t.
Spettatori: 20 mila circa.
Ammoniti: Pandev (L) per proteste; Colombo (T), Zanetti (T), Kolarov (L), Corini (T), Pisano (T), Dzemaili (T) per gioco scorretto.
Angoli: 9-1 per la Lazio.
Recupero: 1' p.t., 3' s.t.

martedì 10 febbraio 2009

Lazio beffata da Gilardino al penultimo minuto

A Firenze Frey è in giornata super, mentre Pandev e Zárate si allenano al tiro al bersaglio sul portiere viola. Padrona del campo pur con un uomo in meno dal 18' per l'espulsione di De Silvestri, la Lazio subisce il gol beffa da Gilardino al penultimo minuto. Così la Fiorentina balza al quarto posto mentre la squadra di Rossi passa alla parte destra della classifica. Dopo un pari e tre sconfitte nelle ultime quattro giornate, la Lazio sembrava a un passo dal pareggio a reti inviolate. Nonostante il ko, i biancocelesti danno un segnale importante, ritrovando al "Franchi" il gioco di squadra e lo spirito necessari a tirarsi fuori da una mortificante situazione di classifica. L’infortunio di Rocchi fa ritrovare a Delio Rossi quell’attacco veloce e micidiale che con Foggia, Zárate e Pandev ha incantato nelle prime cinque giornate di campionato. Con un eccellente e concreto Matuzalem, finalmente ritrovato dopo la lunga assenza, il centrocampo a “doppio regista” funziona a meraviglia. Poi al 18’ l’espulsione di De Silvestri, per doppia ammonizione. Ingenuo il giovane talento biancoceleste, fiscale l’arbitro De Marco, che si conferma – esattamente come nella partita di andata – incapace di adottare lo stesso peso e la stessa misura per le due squadre in campo. Se al direttore di gara di Chiavari bastano un mani e una maglietta tirata centrocampo per espellere De Silvestri (a norma di regolamento giustamente sanzionabili), devono ripetersi invece ben tre entrate assassine su Pandev, Zárate e Ledesma per assegnare il primo giallo a Dainelli. Rossi crede nelle proprie forze e non muta la formazione. Ha coraggio e ragione da vendere: pur in dieci, con un fantastico Brocchi chiamato a coprire una doppia porzione di campo, la Lazio mantiene il tridente e schiaccia letteralmente la Fiorentina, tenuta in piedi da un grandissimo Frey e da un paio di pali. Montolivo vertice alto del centrocampo e Donadel interno sinistro non fanno filtro a sufficienza e facilitano le rapide ripartenze di Foggia, Zárate e Pandev. Al 3’ è proprio il macedone a trovarsi a tu per tu con il francese, ma gli spara addosso e Frey devia in angolo. Al 15’ e al 40’ Zárate, dopo essersi liberato degli avversari con i suoi dribbling imprendibili, chiama il portiere viola al doppio miracolo. Prima respinge di piede il diagonale dell'argentino e poi si esalta nell'uno contro uno, deviando in angolo il tiro a botta sicura di Zárate. Nel mezzo una grande Lazio, molto sfortunata, che colpisce anche un palo con Foggia, autore di una punizione magistrale battuta sulla linea destra del fondo campo, quasi un corner leggermente accorciato. Nel primo tempo Mutu viene annientato da Brocchi e la Fiorentina può solo recriminare da un fuorigioco ingiustamente fischiato su Gilardino, che per il resto della gara ha però ha letteralmente sonnecchiato. Ottima la prova di Muslera, scarsamente impegnato per la verità.
Nella ripresa Prandelli, evidentemente preoccupato della resa della Fiorentina, corre ai ripari: tira fuori Dainelli, visto che l’arbitro ancora non lo ha fatto, sposta Zauri (ridicolizzato da Foggia che gli sfugge da tutte le parti) al centro e Comotto a destra. Arretra Montolivo, non suo agio nell’improvvisata posizione da trequartista, allarga Mutu e Kuzmanovic (poi sostituito da Semioli). Al 5’ i viola danno i primi bagliori di gioco: ma Rozehnal (partita maestosa la sua) è decisivo su una buona combinazione Comotto-Kuzmanovic. Al 9’ Muslera scalda i muscoli e fa il miracolo su una botta di Comotto da pochi metri. È nuovamente la Lazio però a far provare i brividi al “Franchi” con un contropiede da manuale del calcio, in cui Zárate forse pecca d’egoismo: si invola sul centro destra, si libera dei difensori e fa tutto solo, ignorando Pandev e Foggia liberi: cerca l’angolino stretto sul primo palo ma Frey devia magistralmente il tiro sul palo. L’argentino nell’occasione rimedia un’ammonizione (allontana il pallone per stizza) che farà scattare la squalifica nella prossima gara casalinga contro il Torino. L’argentino è l’unico, però, a conservare le forze sufficienti per impensierire la difesa toscana, ma la porta di Frey per lui è stregata. Con l’ingresso di Semioli al 14’ i viola alzano il ritmo mentre i biancocelesti cominciano ad accusare la fatica del giocare con un uomo in meno, non riuscendo più a ripartire palla al piede. Muslera si fa trovare ancora pronto in un paio di circostanze, ma all’89’ i padroni di casa si vedono fortunosamente premiati: Mutu calcia a giro dal limite, il portiere devia un po’ corto, sul pallone arriva come un pirata Gilardino (quasi assente per tutta la gara) e la mette dentro a porta sguarnita. Il centravanti è solo, Cribari commette l’unico passo falso della gara e se lo lasca sfuggire, disattenzione che costa carissima alla Lazio. Una vera e propria beffa per i biancocelesti, riconosciuta con grande fair play da Prandelli: “Nello spogliatoio sembravamo una squadra che ha perso... Sono sincero: non siamo abituati a rubare, non meritavamo di vincere. Siamo stati fortunati, anche se abbiamo cercato di vincere facendo per però troppi errori”. Alla Lazio non resta che ripartire dalla prestazione per affrontare le prossime gare con il giusto piglio.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
FIORENTINA-LAZIO 1-0 (p. t. 0-0)

FIORENTINA (4-3-1-2): Frey; Zauri, Gamberini, Dainelli (dal 1′ s.t. Comotto), Vargas (dal 34′ s.t. Pasqual); Donadel, Felipe Melo, Kuzmanovic (dal 14′ s.t. Semioli); Montolivo; Mutu, Gilardino. (Avramov, Kroldrup, Mazuch, Bonazzoli). All.: Prandelli
LAZIO (4-3-3): Muslera; De Silvestri, Rozenhal, Cribari, Kolarov; Brocchi (dal 22′ s.t. Lichtsteiner), Ledesma (dal 45′ s.t. Mendicino), Matuzalem; Pandev, Zarate, Foggia (dal 38′ s.t. Mauri). (Carrizo, Faraoni, Manfredini, Dabo). All.: Rossi
ARBITRO: De Marco
MARCATORE: Gilardino al 44′ s.t.
NOTE: pomeriggio nuvoloso, pioggia a tratti, terreno in buone condizioni, spettatori 35.000 circa. Espulso al 18′ p.t. De Silvestri per doppia ammonizione; ammoniti: Dainelli, Montolivo, Ledesma, Muslera, Felipe Melo. Angoli: 8-6 per la Lazio. Recupero: 2′ p.t. 5′ s.t.

venerdì 6 febbraio 2009

Terza sconfitta consecutiva: Lazio-Milan 0-3

Posticipo della 22ª giornata: il Milan hanno trionfa all’Olimpico contro una Lazio sempre più in crisi che subisce ben 3 reti da Pato, Ambrosini e Kakà. Così, mentre la squadra di Ancelotti si porta al secondo posto scavalcando la Juventus e riduce a sei lunghezze la distanza dall’Inter capolista, la Lazio scende al 10° posto incassando in una settimana 10 reti. David Beckham si rivela molto più della presunta operazione di marketing preconizzata dai media e mette il piede in tutte le azioni pericolose dei rossoneri, compresi gli assist per i primi due gol, di cui il primo in fuorigioco, non ravvisato dalla terna arbitrale guidata da Rizzoli. Per fermare il Milan Delio Rossi, sempre più confermato dal presidente Lotito, ripropone Muslera tra i pali (l'uruguaiano nella scorsa stagione prese all'Olimpico ben 5 gol dai rossoneri, Matuzalem a sinistra di Ledesma, Meghni trequartista dietro a Zarate e Pandev. Carlo Ancelotti rimaneggia la difesa: tra Zambrotta e Jankulovski c’è Bonera centrale accanto a Senderos (Favalli si infortuna durante il riscaldamento). Fa notizia l'ennesima esclusione di Ronaldinho a favore di Seedorf sulla linea di Kakà. La Lazio parte bene, pressando a tutto campo e mettendo in difficoltà il Milan che subisce con lentezza e personalità. I biancocelesti però, come spesso accade di recente, costruiscono gioco e possesso palla senza concretizzare: al 7' Jankulovski in area spara a due passi su Muslera, che fa il miracolo e respinge d’istinto. Per il resto poco da segnalare: una punizione di Zarate vola a un metro sopra la traversa di Abbiati, che al 24’ blocca senza problemi all’attaccante argentino un rasoterra servito da Meghni dopo una bella azione sulla sinistra. Al 30’ buona palla in profondità per Pato, con Muslera ancora molto bravo in uscita sul giovane brasiliano. Al 35’ ci prova Pandev: il macedone spalle alla porta si gira e calcia, il suo destro sfiora l’incrocio. La Lazio incalza: Pandev serve a Zarate una splendida palla in profondità, l’argentino è solo davanti al portiere ma nel tentativo di dribblarlo mentre è in uscita bassa, si fa togliere il pallone dai piedi. Sulla sfera si avventa ancora Pandev, ma non a inquadra la porta. Lazio anche sfortunata: proprio nel suo momento migliore, il Milan passa in vantaggio. Beckham viene servito sulla destra nella trequarti della Lazio e serve un assist perfetto al centro per Pato che, solo davanti a Muslera, non ha problemi a insaccare. L’inglese è in fuorigioco, ma per gli assistenti di Rizzoli il gol è regolare. Pato e Beckham ci riprovano con un’azione quasi in fotocopia: altro cross perfetto del centrocampista del Galaxy, e gol di testa del brasiliano. Questa volta, però, l’arbitro Rizzoli annulla giustamente per fuori gioco.
Nella ripresa la Lazio non ha neanche il tempo di rifiatare: al 3’ Beckham batte dalla destra una punizione perfettamente calibrata per la testa di Ambrosini che sbuca indisturbato alle spalle di Rozehnal, particolarmente imbambolato nell’occasione, e infila la rete di Muslera. Poco prima che punizione venga battuta, un siparietto nell’area biancoceleste: a palla ferma Siviglia finisce a terra ostacolato da un paio di calciatori del Milan. Interviene Rizzoli per riportare ordine, ma non prende provvedimenti. Trascorrono alcuni minuti e quando Beckham batte la punizione Senderos e Kakà ostacolano irregolarmente Siviglia. Blocco irregolare, che quasi mai – colpevolmente – viene sanzionato dagli arbitri. Sul 2-0 per i rossoneri la Lazio crolla psicologicamente. Il Milan riprende il possesso del campo, comincia a far girare palla con la classe e la tranquillità che la contraddistingue. Matuzalem, che aveva fatto bene nella prima mezzora, scompare progressivamente, del resto cosa aspettarsi dal brasiliano al suo esordio dopo 4 mesi di infortunio? Invece di sostituire lui, però, Delio Rossi toglie dal campo l’ottimo Meghni, uno dei pochi che si è distinto per classe e intelligenza tattica, e al 21’ fa entrare a sorpresa Simone Inzaghi. Non è la mossa che però dà peso all’attacco laziale, come negli intendimenti del tecnico romagnolo. Anzi la squadra si sfilaccia sempre più tra i reparti e neanche l’ingresso in campo di Dabo e Kolarov per Brocchi e Radu cambia la sostanza. Anzi il Milan va sempre più vicino al gol: e al 38’ è proprio Kakà, magicamente servito da Seedorf, a firmare il 3-0 con un diagonale di precisione chirurgica.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-MILAN 0-3 (Primo tempo 0-1)

LAZIO (4-3-1-2): Muslera; De Silvestri, Siviglia, Rozehnal, Radu (Kolarov dal 30’ s.t.); Brocchi (Brocchi dal 30’ s.t.), Ledesma, Matuzalem; Meghni (S. Inzaghi dal 21’ s.t.); Zarate, Pandev. (Carrizo, Cribari, Manfredini, Mauri). All: Rossi.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Zambrotta (Darmian dal 40’ s.t.), Senderos, Bonera, Jankulovski; Beckham, Pirlo, Ambrosini; Seedorf; Kakà (Shevchenko dal 40’ s.t.), Pato. (Dida, Antonini, Emerson, F. Inzaghi, Ronaldinho.). All: Ancelotti.
ARBITRO: Rizzoli di Bologna.
MARCATORI: Pato al 42’ p.t.; Ambrosini al 2’, Kakà al 38’ s.t.
NOTE: spettatori 50.000.Ammoniti Matuzalem, Siviglia, Radu e Ambrosini per gioco scorretto, S. Inzaghi per proteste. Angoli 8-4. Recuperi: 1’ p.t., 0’ s.t.

sabato 31 gennaio 2009

La Lazio cade sotto i colpi della Sampdoria

Partita equilibrata fino al 60', quando ci pensa Antonio Cassano a spianare la vittoria alla Sampdoria con un'invenzione di gran classe. La Lazio arriva a Genova con tutti i suoi titolari: ciononostante la formazione è ancora una volta rivoluzionata con scelte che destano una certa sorpresa come Zarate e Carrizo in panchina, mentre la Samp è in forte emergenza: infortunati Campagnaro, Accardi, Raggi e Franceschini, squalificati Sammarco e Pazzini. La Lazio inizia bene con un Meghni particolarmente ispirato che offre dall'out sinistro un assist perfetto a Mauri in mezzo all'area avversaria: purtroppo il trequartista biancoceleste inciampa su se stesso e fallisce l'occasione. Gol mancato, gol subito, con la solita complicità della difesa laziale. Al 13' sugli sviluppi di una punizione di Ziegler dalla destra, Delvecchio viene lasciato indisturbato sul secondo palo e mette in rete. Due minuti dopo Padalino accusa un problema di stomaco e lascia il posto a Dessena. La Lazio reagisce: al 17' va vicino al pareggio Goran Pandev con una bella azione solitaria: il suo destro a girare è alto di poco. Al 29' è Rocchi, con un bel gol, ad agguantare il pari: lancio lungo di Ledesma, Gastaldello salta a vuoto, Rocchi è più veloce di Stankevicius, stoppa di petto e batte Castellazzi con un potente destro a incrociare. Il bomber biancoceleste raggiunge quota 79 gol, superando Puccinelli nella classifica dei migliori marcatori della Lazio. Prima che si vada negli spogliatoi, Cassano perde l'occasione per calciare a rete e Rocchi tenta il bis ancora di destro, ma Castellazzi gli si oppone a pugni chiusi.
Nella ripresa Rocchi resta negli spogliatoi: ha un problema agli adduttori, non ce la fa. Viene sostituito da Zarate. La Lazio continua ad attaccare, e mostra anche un buon gioco. Cassano, però, si sveglia e al 6' inventa una delle sue magie: sulla destra dell'area laziale ubriaca Lichtsteiner e Siviglia, si accentra e con un destro incredibile a girare batte l'incolpevole Muslera. Non basta: tre minuti dopo, corner per la Sampdoria: Stankevicius è solo soletto nell'area biancoceleste e non vede l'ora di metterla dentro di testa indisturbato. La Lazio potrebbe subire anche l'umiliazione del quarto gol: Cassano va a terra contrastato da Lichtsteiner: rigore. Bellucci sul dischetto si fa però ipnotizzare da Muslera, che respinge. La Lazio è in bambola: Rossi cambia Meghni e Mauri con Foggia e Matuzalem, al rientro in campo dopo la lunga assenza. Qualche sprazzo lo offre il solito Zarate, che al 25' entra in area palla al piede ma viene atterrato da Lucchini. Il rigore è netto, Ayroldi fischia ma il suo assistente è di parere contrario e lo convince a tornare indietro sulla propria decisione. La Lazio è frammentata, anarchica, senza gioco. Attacca fino alla fine della partita con nervosismo e poco costrutto. Non fioccano i gol, ma solo le ammonizioni: la ciliegina sulla torta è la rissa finale in campo, prontamente sedata. Non tira una buona aria sul cielo della Lazio.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
SAMPDORIA-LAZIO 3-1 (p.t. 1-1)

SAMPDORIA (3-5-2): Castellazzi; Stankevicius, Gastaldello, Lucchini; Padalino (dal 15′ p.t. Dessena), Delvecchio, Palombo, Ziegler, Pieri; Bellucci (dal 45′ s.t. Mustacchio), Cassano (dal 31′ s.t. Marilungo). Mirante, Regini, Donati, Obiang. All. Mazzarri.
LAZIO (4-3-1-2): Muslera; Lichtsteiner, Siviglia, Cribari, Radu; Dabo, Ledesma, Meghni (dal 28′ s.t. Matuzalem); Mauri (dal 18′ s.t. Foggia); Pandev, Rocchi (dal 1′ s.t. Zarate). Carrizo, Brocchi, Rozehnal, De Silvestri. All. Rossi.
ARBITRO: Ayroldi di Molfetta.
MARCATORI: Delvecchio (S) al 13′, Rocchi (L) al 30′ p.t.; Cassano (S) al 7′, Stankevicius (S) al 10′ s.t.
NOTE: ammoniti Pieri (S), Dabo (L), Lichtsteiner (L), Gastaldello (S) per gioco scorretto, Pandev (L) per simulazione, Bellucci (S) per comportamento non regolamentare, Dessena (S) e Foggia (S) per proteste. Tiri in porta 5-6. Tiri fuori 4-8. In fuorigioco 1-1. Angoli 6-9. Recuperi: 1′ p.t., 3′ s.t. Paganti 1.261, incasso di 21.940 euro; abbonati 20.038, quota di 201.347,02 euro.

mercoledì 28 gennaio 2009

Lazio KO nella prima del girone di ritorno

Inizia male il girone di ritorno della Lazio. All’Olimpico va in scena la nemesi sarda, che alla prima di campionato aveva perso per 4-1 nonostante il vantaggio iniziale e che ripete la scena a parti invertite a Roma. Vantaggio iniziale della Lazio con capitan Rocchi dopo soli 3 minuti (veloce e preciso l’assist di Mauri dal limite sinistro dell’area, complice il rinvio sbagliato di Lopez) e poi la spietata rimonta dei rossoblu nel giro di soli 40 minuti, al ritmo di 1 gol ogni dieci. Con la Lazio che sbaglia due rigori. Succede tutto nel primo tempo. Alla segnatura biancoceleste risponde dopo soli 2 minuti Jeda di testa, indisturbato, dopo il salto a vuoto di Rozehnal sul crosso di Lazzari dalla sinistra. Trascorrono solo 4 minuti, Jeda raddoppia, il gol è in fotocopia ma parte dalla fascia opporta. Matri si beve Lichtsteiner, serve al fondo Jeda che di trovare ancora una volta puntuale, con la difesa laziale disarmata. La Lazio cerca di reagire, ma non ha spunti. Squadra slegata tra i reparti e inconcludente, Cagliari padrone del campo. Al 21’ Carrizo è costretto a uscire su Jeda, che si è involato davanti alla porta su un preciso cross di Daniele Conti. Per l’arbitro Romeo è rigore che Acquafresca trasforma senza problemi. Trascorrono solo 20 minuti e al 41’ Matri di testa in torsione la mette alle spalle di un incolpevole Carrizo. A un minuto dall’intervallo Romeo concede un rigore dubbio per l’uscita di Marchetti sui piedi di Mauri, che però aveva già tirato fuori. Rocchi toglie il pallone a Zárate (brutta scena, ripete l’infelice uscita che aveva avuto lo scorso anno nei confronti di Bianchi) e batte il penalty. Fuori con l’accuso.
Nella ripresa Delio Rossi sorprende la platea inserendo Cribari al posto di Diakité. Il giovane difensore era sembrato sì in difficoltà, ma non certo più dei suoi compagni di reparto, che avevano fatto anche peggio. La Lazio sembra volenterosa, ma rimane inconcludente. Dopo pochi minuti dal fischio d’inizio nuova occasione per accorciare le distanze: Rocchi viene trattenuto con il braccio da Matheu, che gli cintura la spalla. Rigore netto. Sul dischetto va Zárate: il suo tiro, lento e centrale, è parato senza problemi dall’ottimo Marchetti, che diventa il protagonista indiscusso del secondo tempo, con un miracolo su un’ottima incursione di Pandev che dribbla tutta la difesa e ripetendosi su Zárate. Per la Lazio la giornata è chiusa. C’è tempo per un altro brutto episodio: Daniele Conti insulta Pandev – che fa finta di non sentirlo e gli dà le spalle – perché la Lazio ha continuato a giocare nonostante un giocatore del Cagliari fosse a terra (che si rialza però prontamente...). Firmani gli risponde da bordo campo, tra i due volano parole grosse ma l’unico ad essere espulso è il biancoceleste, che poi si vede affibbiare dal giudice sportivo ben 2 turni di squalifica. Il Cagliari ha ben 2 occasioni per aumentare lo score, ma prima Matri, poi Parola mancano il bersaglio grossolanamente. La curva Nord, protagonista in positivo pochi giorni prima in Coppa Italia, fischia fragorosamente la squadra. L’unico che va a scusarsi è Lichtsteiner, che dimostra grande personalità e umiltà, perfino ripreso da alcuni compagni. Ma i cori contro Carrizo durante la partita da parte di alcuni tifosi segnano una giornata triste anche per il tifo biancoceleste.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-CAGLIARI 1-4

LAZIO (4-3-3): Carrizo, Lichsteiner, Diakitè (1' st Cribari), Rozehnal, Kolarov; Brocchi, C. Ledesma, Mauri (29' st Foggia); Pandev, Zarate, Rocchi (24' st S.Inzaghi). (Muslera, De Silvestri, Matuzalem, Firmani). All. D. Rossi.
CAGLIARI (4-3-1-2): Marchetti, F. Pisano, Bianco, Lopez, Matheu; Biondini (38' st Parola), Conti, Lazzari; Jeda (44' st Larrivey); Acquafresca (21' st Fini), Matri. (Lupatelli, Canini, Astori, Ragatzu). All. Allegri.
MARCATORI: 3' Rocchi (L), 5' e 9' Jeda (C), 21' Acquafresca (C, rig.), 41' pt Matri (C).
ARBITRO: Romeo di Verona.
AMMONITI: Mauri (L), Carrizo (L), Conti (C), Marchetti (C), Matheu (C) e Biondini (C).
NOTE: pomeriggio non freddo, terreno in discrete condizioni. Espulso Firmani (L) per proteste dalla panchina. Recupero: 1' pt, 3' st.

sabato 24 gennaio 2009

Coppa Italia: Lazio in semifinale. Torino battuto 3-1


La Lazio va in semifinale di Coppa Italia battendo il Torino. Il 4 febbraio saprà chi dovrà affrontare tra Juventus e Napoli. Le altre semifinaliste sono Inter e Sampdoria. Con 10 mila anime allo stadio (non male per un turno di Coppa) e la Curva Nord al completo pronta a incitare come non mai i biancocelesti (una splendida dimostrazione di tifo, eccetto quando una piccola minoranza accenna un coro contro il presidente Lotito) la Lazio mette in campo una partita dai due volti. A Muslera e alla difesa titolare di un anno fa (De Silvestri, Siviglia, Cribari, Kolarov) si affianca il centrocampo con Brocchi, Ledesma e Mauri, Foggia e Zarate a supporto di Rocchi in attacco; mentre il Torino schiera la formazione titolare, preferendo come in campionato Calderoni a Sereni in porta. Il primo tempo della Lazio è quasi sconcertante: circolazione di palla lenta e prevedibile, Ledesma che sbaglia la quasi totalità dei passaggi, attacco spuntato e inconcludente. Oltre ai soliti svarioni difensivi. Il Torino è molto ben messo in campo e mette subito in difficoltà i biancocelesti: con il passare dei minuti i granata prendono coraggio con Abate, Corini e Rosina, tra i suoi migliori interpreti, finché al 29’ arriva il vantaggio. Rosina mette in mezzo un buon pallone, Muslera in uscita alta riesce solo a sfiorarlo, e sulla sinistra si avventa Natali – del tutto indisturbato - che insacca a porta vuota. La Lazio cerca la reazione, ma non riesce a trovare la chiave del gioco.
La svolta nel secondo tempo si chiama Goran Pandev, che entra nel primo minuto al posto di Foggia: in 4 minuti il fuoriclasse macedone pareggia il conto con un gran tiro a incrociare, splendidamente servito da Stefano Mauri, autore di un’ottima prestazione. Lo stesso centrocampista cinque minuti più tardi si esibisce in un gol capolavoro, un esterno sinistro a incrociare dai 25 metri che si insacca potente all’incrocio dei pali. Risultato ribaltato, la Lazio ha preso in mano il gioco e domina. Novellino lancia in campo Barone e Amoruso, ma è sempre la Lazio a condurre le danze con un tridente particolarmente ispirato e sempre più fluido. Sfortunato Zarate, che si accende a sprazzi e anche quando riesce a seminare mezzo centrocampo e mezza difesa avversaria con dribbling ubriacanti (un piacere per lo spettacolo) non riesce a trovare lo specchio della porta. Mauri e Dabo (subentrato a Brocchi al 39’) colpiscono 2 pali clamorosi, ma è Rocchi a segnare il terzo gol nel primo minuto di recupero, servito in modo perfetto dal solito Pandev. La Lazio avanza con merito in semifinale.
Visibilmente soddisfatto Delio Rossi ai microfoni Rai: “Cosa ho detto a Pandev? Solo disposizioni tattiche e i compiti che doveva svolgere. Nel primo tempo eravamo legati, non riuscivamo a far girare la palla. Poi abbiamo cambiato qualcosa e siamo migliorati. Siamo una squadra che con tutti i suoi effettivi può giocarsela con tutti e stasera quelli che hanno giocato meno si sono fatti trovare pronti. Il nostro obiettivo? Partita dopo partita. Siamo felici di ritrovare una semifinale e speriamo stavolta vada bene”.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-TORINO 3-1 (primo tempo 0-1)

LAZIO: Muslera; De Silvestri (28' st Lichtsteiner ), Siviglia, Cribari, Kolarov; Brocchi (39' st Dabo ), Ledesma, Mauri; Foggia (1' st Pandev), Zarate, Rocchi. (Carrizo, Diakitè, Firmani, S.Inzaghi). All. D. Rossi.
TORINO: Calderoni; Colombo, Natali, Dellafiore, Ogbonna; Abate, Corini (16' st Barone ), Dzemaili, Diana (36' pt Vailatti, 20' st Amoruso); Rosina, Bianchi. (Fontana, Di Loreto, Saumel, Stellone). All.: Novellino.
MARCATORI: Natali (T) al 29' pt; Pandev (L) al 4', Mauri (L) al 10', Rocchi (L) al 46' s.t.
ARBITRO: Gervasoni di Mantova.
Spettatori:10 mila circa.
Ammoniti: Rosina, Kolarov, Foggia, Zarate, Barone.
Angoli: 7-4 per la Lazio.
Recuperi: 1' e 5'.

mercoledì 21 gennaio 2009

In 5 minuti il pareggio tra Lazio e Juve


L’1-1 all'Olimpico fra Lazio e Juventus sta tutto in cinque minuti del primo tempo: vanno in vantaggio al 25’ i biancocelesti con Ledesma, al 30’ pareggia il conto Mellberg per i bianconeri. Entrambe le reti frutto di pesanti distrazioni. La Lazio schiera il tridente Zárate-Rocchi-Pandev con la splendida performance di Meghni a centrocampo, accanto a Dabo e Ledesma. Ranieri, con la difesa decimata dagli infortuni, lancia al centro il baby Ariaudo, al debutto in campionato. Dopo circa 20 minuti in cui le due squadre si studiano a fondo – con la Lazio in pressante predominio - è Zárate a decidere che bisogna fare qualcosa per accendere davvero la partita: se ne va sull’out di sinistra e Mellberg lo atterra. L’arbitro Morganti, che sembra dirigere all’inglese (cambierà idea più tardi), concede la punizione – letale - ai padroni di casa. E Cristian Ledesma non si fa pregare due volte: calibra uno dei suoi migliori lanci da posizione impossibile che, con l’involontario aiuto di Manninger (clamoroso il suo errore di piazzamento), la mette dentro alle spalle del portiere austriaco. Esplode l’Olimpico, al pieno stagionale come se si trattasse di Champions (oltre 60mila spettatori). Il gol è incredibile, purtroppo non decisivo. La Juve sbanda, e la Lazio un minuto dopo va vicina al raddoppio: Rocchi, lanciato in profondità da Dabo, calcia al volo di sinistro chiamando Manninger al miracolo. Sulla ribattuta si avventa Pandev che, disturbato da Legrottaglie, spedisce incredibilmente alto sopra la traversa con la porta completamente vuota. Grave errore, scatta la dura legge: gol mancato, gol subìto. I bianconeri prendono coraggio: al 27’ una punizione di Del Piero dalla trequarti va a cercare Amauri, ma Diakité è perfetto nell’anticipo. Due minuti dopo è Amauri che cerca di ricambiare il favore a Del Piero in velocità sulla destra: palla in profondità per Del Piero, deviata in angolo da Rozehnal. Sulla bandierina va Marchionni che pennella un bel cross al centro dell’area laziale dove Mellberg, indisturbato, gira ottimamente di testa sul primo palo: inutile il tuffo di Carrizo. Solita, ennesima distrazione della difesa laziale: cambiano gli interpreti ma non cambiano gli errori. Su questo dovrebbe riflettere il tecnico della Lazio. Sono 4 anni che la Lazio sembra impotente di fronte ai calci piazzati. Pur con una difesa completamente rivoluzionata in questo campionato, i gol subiti hanno le stesse cause. Sembra più che una semplice distrazione o una sfortunata coincidenza. Al 33' brutto scontro in elevazione tra Nedved e Lichtsteiner, con il difensore della Lazio che ha la peggio riportando una ferita sanguinante al naso. Nell’occasione Morganti non sanziona Nedved, anche se il gomito dell’ex laziale è molto alto. Da questo momento Morganti inizierà a distribuire gialli a profusione, con preferenza ai biancocelesti anche quando ne meriterebbero di più i bianconeri, specialmente Molinaro, Sissoko e Marchisio. Questa, purtroppo, è un’altra costante delle partite della Lazio, anche in casa. Il primo tempo si chiude così in parità, anche se ai punti la Lazio avrebbe meritato molto di più.
Ripresa con le stesse formazioni. Ma la situazione si capovolge, la Juve è più decisa: Al 4' Sissoko dopo una grande progressione impegna Carrizo che si fa sfuggire il pallone e para in 2 tempi. Brivido. Subito dopo ci prova Marchionni. La Lazio rompe l'assedio juventino con Zarate che all’11’ si porta a spasso tre giocatori della Juve, poi calcia con il destro dai 25 metri. Conclusione a lato, ma non di molto. Al 17' Rossi sostituisce Meghni con Brocchi, 8 minuti più tardi è la volta di Zanetti e Dabo che lasciano il posto a Marchisio e De Silvestri. Al 26’ Carrizo si esibisce in una bella uscita bassa che ferma la fuga di Del Piero lanciato in profondità da una bella iniziativa di Nedved. Al 31' fuori Zarate e dentro Foggia. Commenta l'argentino: “sempre io devo uscire?”. Viene riportato alla ragione da Tare, siparietto poco felice davanti alle telecamere, anche se la decisione di Rossi suscita più di un dubbio: poteva optare per l’uscita di Pandev, ad esempio, in netto calo nel secondo tempo. Due minuti dopo Manninger si fa perdonare l'incertezza sul gol di Ledesma salvando in uscita su Pandev: nello scontro si infortunano entrambi, ma rimangono in campo. Al 35’ esce anche Del Piero, sostituito da Giovinco. Pochi sussulti, fino al 40' quando Legrottaglie anticipa Pandev fuori area e il suo tiro scheggia il palo alla sinistra di Carrizo. Quattro minuti di recupero. Ma le squadre sono stanche, il ritmo è stato alto. Al 48' Rocchi cerca sul secondo palo Foggia che stava scendendo dalla parte opposta: Molinaro va in chiusura, forse fallosa. Foggia reclama il rigore, ma è l'ultima emozione.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-JUVENTUS 1-1

LAZIO (4-3-3): Carrizo; Lichtsteiner, Diakite, Rozehnal, Radu; Dabo (26' s.t. De Silvestri), Ledesma, Meghni (18' st Brocchi); Pandev, Rocchi, Zarate (32' s.t. Foggia). (Muslera, Cribari, Kolarov, Makinwa). All. Rossi.
JUVENTUS (4-4-2): Manninger; Mellberg, Ariaudo, Legrottaglie, Molinaro; Marchionni, Sissoko, Zanetti (26' s.t. Marchisio), Nedved; Amauri, Del Piero (35' s.t. Giovinco). (Chimenti, De Ceglie, Poulsen, Tiago, Ekdal). All. Ranieri.
ARBITRO: Morganti.
MARCATORI: Ledesma (L) al 25', Mellberg (J)al 30' p.t.
NOTE: spettatori 60.000. Ammoniti Dabo, Del Piero, Molinaro, Radu, Sissoko, Lichtsteiner, Brocchi. Recupero 2' p.t., 4' s.t.